giovedì 11 gennaio 2007

Berto Salotti, dalla tradizione del distretto Brianzolo ad oggi.
testo e immagini tratte dal libro "meda terra di fede e di lavoro" di Felice Asnaghi


I primi artigiani falegnami non hanno mai cessato di essere anche contadini, nemmeno quando costruivano mobili che andavano ad abbellire le dimore di Dio (chiese e monasteri) oppure i saloni di qualche dimora patrizia.

Nel Medioevo il “magister a lignamine”, nei lunghi periodi invernali, quando nelle campagne non necessitava alcun lavoro agricolo, occupava gran parte del suo tempo svolgendo piccoli lavori di carpenteria e falegnameria. Costruiva o riparava arredi per le chiese, cassapanche e semplici mobili per la casa.

Lungo tutto il periodo rinascimentale e, successivamente, nell’ età barocca l’artigiano falegname brianzolo trovò una naturale collocazione professionale. Il contadino legato alla coltivazione della terra, lentamente e progressivamente si trasformò in artigiano mobiliere sempre più esperto e professionalmente qualificato.

Nascevano, in quei periodi, i grandi palazzi signorili fatti erigere da ricche famiglie patrizie quali i Borromeo a Cesano Maderno e i De Capitani a Meda. Ovunque si intensificavano le costruzioni di chiese, di cappelle gentilizie, di eleganti dimore di campagna.

Il monastero di Meda subì, ad esempio, importanti restauri eseguiti da ragguardevoli artisti dell’epoca. Naturalmente i falegnami del luogo venivano spesso a contatto con architetti, ingegneri, decoratori, tappezzieri, intarsiatori e mobilieri di alto livello professionale e ciò contribuì in modo determinante alla progressiva trasformazione da contadini-falegnami in veri artigiani, non più semplici falegnami stipettai, ma mobilieri nel vero senso del termine.

E’ appunto a Meda che si sviluppò l’attività di falegnameria nel campo edilizio e in quello dell’arredamento. Gli artigiani medesi erano molto richiesti proprio per la loro preparazione professionale. Poi pian piano questa professione artigiana si estese verso Cantù e Monza.

A detta di buona parte degli storici, fu con l’occupazione francese che si crearono i presupposti per lo sviluppo dell’artigianato mobiliero in Brianza ed in particolare a Meda.

Da Parigi partivano carri carichi di suppellettili destinati all’abbellimento delle case milanesi. Durante il tragitto lungo le dissestate strade, notevoli erano i danni che i mobili riportavano a causa degli inevitabili scossoni. In mancanza di manodopera francese erano richiesti o si offrivano i nostri falegnami i quali riparavano i danni e fornivano l’assistenza per il montaggio e le riparazioni in loco.

Le stalle furono chiuse per far posto alle botteghe, i carri oltre a trasportare fieno e granoturco cominciavano a viaggiare con carichi di legname d’opera e sedie.

I giovani dedicavano minor tempo all’agricoltura, lasciata alla cura dei genitori e delle sorelle, per impegnarlo in bottega tra pialle, scalpelli e sgorbie.

Gli artigiani più qualificati ed intraprendenti e soprattutto dotati di disponibilità finanziarie, trovarono il coraggio di abbandonare completamente il lavoro dei campi (e smettere di fare solo assistenza). Intrapresero un’attività artigianale in proprio, e iniziarono a costruire mobili che poi vendevano ai commercianti milanesi.

La realtà sociale di Meda era in continuo movimento e prossima al cambiamento.

I registri delle coscrizioni militari negli anni di fine ottocento danno l’esatta dimensione del cambiamento in atto. I giovani ventenni del tempo quando si presentavano alla visita militare, dovevano segnalare la propria professione: ecco dunque apparire oltre ai contadini anche parrucchieri, maniscalchi, cardatori, tintori, calzolai, muratori, tessitori e tanti falegnami.

La presenza delle grandi vie di comunicazioni stradali e ferroviarie facilitò lo sviluppo delle aziende del mobile.

A cavallo del secolo a Meda operava una miriade dì botteghe artigiane e si erano consolidate grosse industrie (tra le quali ricordiamo la Salda, la Baserga, La Lanzani) che intrattenevano rapporti commerciali con tutto il mondo e non solo nelle grandi città come Parigi e Buenos Aires le nostre industrie aprivano negozi ed uffici.

Meda divenne il centro del mobile e meta dei migliori maestri provenienti dalle scuole d'arte di Milano, Venezia, Parigi. Nel secondo dopoguerra, in pieno boom economico, si venne a creare un fortunato “feeling” tra industria e “design” che avrebbe inaugurato l’era dei mobili firmati, trasformando le industrie locali, in vere e proprie aziende “leader” nel mercato mondiale .

È in questo contesto che anche le piccole imprese artigiane riescono a crearsi un proprio mercato, conquistato attraverso i lavori “su misura”, eseguiti mediante tecniche che ne certificano lo “stato d’arte”.

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