martedì 29 marzo 2011

150 anni d’Italia a Meda

Ho partecipato alla festa organizzata dalle associazioni Circolo San Francesco, Brianza Domani e Circolo XX Settembre, per la celebrazione dei 150 anni d’Italia a Meda lo scorso 17 Marzo.

Nella splendida cornice della Sala del Coro della Villa Traversi si sono succeduti, alcuni interessanti contributi, legati alla storia di Meda e alla storia d’Italia da parte di prestigiosi relatori.

Ho apprezzato molto l’idea di collocare storicamente le vicende che hanno portato Meda ad essere quelle che è oggi all’interno del più ampio quadro italiano.

Dopo l’intervento del padrone di casa, l’Avv Traversi, con la sua narrazione, puntualissima e colta, che ha ripercorso le fasi che hanno portato all’Unità d’Italia, è stato il momento dello scrittore e storico medese Felice Asnaghi.

Felice, che ringrazio per la sua disponibilità, rispondendo alla domanda sul motivo per cui a Meda siano concentrate così tante aziende del mobile, ha portato alla luce alcune fasi storiche determinanti per lo sviluppo economico e sociale della città.

Ecco un piccolo riassunto della sua attenta relazione.

Il primo impulso è stato dato dai contadini che, al servizio del monastero benedettino, per primi svilupparono le loro abilità nell’arte della falegnameria funzionale e poi in un secondo momento anche d’arredo; il secondo impulso è stato dato dall’arrivo francesi che si appoggiarono a questi abili medesi per la riparazione e il montaggio dei mobili provenienti d’Oltralpe.

Grazie all’unità d’Italia, lo stimolo allo sviluppo, fu dato da una maggiore apertura dei mercati, succeduti poi da investimenti da parte della classe dirigente dell’epoca che si riversarono verso l’artigianato e l’industria.

Con l’arrivo delle Ferrovie Nord, e quindi dei tronchi grezzi direttamente all’interno delle fabbriche, l'accelerazione aumentò; e non mancarono anche illuminati imprenditori che salirono alla ribalta della politica facilitando l’arrivo di capitali dal governo.

Fu poi ancora la politica, sia locale che nazionale, che contribuì all'ammodernamento, dal 1870, delle infrastrutture tecniche e sociali della città di Meda.

Con l’arrivo di maestri d’arte da Venezia, Milano e dal Piemonte, Meda si perfezionò nell’arte dell’intaglio e della decorazione.

Felice ha poi concluso il suo intervento con due toccanti poesie di Ungaretti, “Soldati” e “San Martino del Carso” per ricordare l’impegno anche di tanti medesi nel sacrificio della Grande Guerra .

Sulle motivazioni sociali, oltre che storiche, che continuano a spingere i medesi e i brianzoli nell’impegno all’interno del mondo dell’arredamento e dell’impresa, ci stiamo invece interrogando nel progetto Brianza.com... stay tuned!

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