giovedì 25 gennaio 2007

Un estratto da wikipedia italia su David MacKenzie Ogilvy
(23 giugno 1911 – 21 luglio 1999)

probabilmente il più celebre pubblicitario della storia, fondatore della Ogilvy & Mather (già Livraghi, Ogilvy & Mather).

Spesso è stato definito "il padre della pubblicità", mentre nel 1975 il Time lo definì "Il più conteso mago dell'industria pubblicitaria"
Di madre scozzese e padre irlandese, ed è stato il pubblicitario più famoso del mondo, Ogilvy fu il primo al mondo ad utilizzare il concetto di Brand Image.
Tutta la sua esperienza, però, non derivò da studi accademici.
Fu, infatti, espulso dall'Università di Oxford perché non studiava.
Divenne chef all'Hotel Majestic di Parigi, vendette stufe porta a porta per tutta la Scozia ed ebbe così successo che l'azienda gli chiese di scrivere un manuale per gli altri venditori, alla giovane età di 25 anni.

una sua celebre frase fu:

"Never write an advertisement which you wouldn't want your family to read.
You wouldn't tell lies to your own wife. Don't tell them to mine."

e noi non possiamo che essere daccordo.

martedì 23 gennaio 2007

Primo video con un dettaglio di parte del grande showroom Berto Salotti di Meda

lunedì 22 gennaio 2007


Blocco del Traffico e Apertura Speciale Domenica 28 Gennaio 2007
Showroom Berto Salotti Meda



Ti avviso che nella giornata di domenica 28/01/2007 dalle 8,00 alle 20,00. in tutti i Comuni ubicati nelle zone critiche di Milano, Como, Sempione, Bergamo, Brescia.
ci sarà il blocco totale del traffico.

Abbiamo deciso di rimanere aperti su appuntamento per agevolare le visite dei clienti con vetture Euro4 o con le autorizzazioni necessarie per circolare anche con il blocco del traffico.

Contattaci direttametne sul blog oppure chiamando 0362 185 1425 oppure tramite il form su BertoSalotti.it
Ti aspettiamo!

domenica 21 gennaio 2007


Redazionale www.arredamento.it >> divani Chesterfiled <<
sul sito arredamento.it è online un redazionale sulla nostra collezione chesterfield
Ecco il testo dell'articolo:

Il Divano Chesterfield nacque in Europa nel 17° secolo e divenne popolare durante il regno della Regina Victoria. I primi cataloghi invece sono del produttore inglese H. Wood nel 1848 e nel 1850 in quello di Smee & Sons. Nel 1855 Lawford pubblica una vastissima serie di modelli capitonnè, fra cui i primi senza strutture in legno a vista, completamente imbottiti.

Si tratta di cataloghi a disegni manuali, eseguiti a inchiostro, splendidi per la perfezione dei particolari.
La forma chesterfield che conosciamo, si delinea invece intorno alla fine del secolo XIX ad opera di Shoolbred e C. & R. Light.

Chester è il nome commerciale del divano capitonnè, traduzione letterale del divano imbottito usato prevalentemente nel Settecento ma anche nell'Ottocento e nei primi anni del XX secolo.

Oggi il chesterfield viene identificato come un divano con profondi bottoni, braccioli e schienale della stessa altezza.
La collezione divani e poltrone Chester della Berto Salotti viene realizzata completamente a mano e secondo la tradizione: lavorazione tradizionale capitonnè, struttura realizzata in massello di pioppo e faggio, cuscino in piuma d'oca con inserto in espanso e seduta realizzata con molle legate a mano.
I divani chester sono disponibili nelle versioni a 2 posti, 3 posti, poltrona, su misura, a letto e angolare.
Il divano chester si adatta a qualunque tipo di arredamento, da quello classico con cui si sposa con le sue linee armoniche, a quello moderno in cui si staglia come un'opera d'arte al centro delle linee essenziali dei complementi di arredo contemporanei.
La collezione chesterfiled Berto Salotti comprende inoltre Bergere, poltroncine e pouf con lavorazione capitonnè.

venerdì 19 gennaio 2007

Arredamento.it, 100 Cataloghi Corriere della Sera e Promozione.
Segnalo su arredamento.it una pagina di presentazione dello showroom Berto Salotti di Meda.
mentre sul reparto casa e giorno di 100 Cataloghi del Corriere della Sera potete scaricare il primo catalogo di Berto Salotti in pdf su divani classici.

Vi ricordo inoltre il coupon del 20 % di sconto per ogni acquisto presso gli showroom di Meda(MI), Sorbolo(PR) e Roma che è ancora disponibile sul sito.

Ti aspettiamo!

giovedì 11 gennaio 2007

Berto Salotti, dalla tradizione del distretto Brianzolo ad oggi.
testo e immagini tratte dal libro "meda terra di fede e di lavoro" di Felice Asnaghi


I primi artigiani falegnami non hanno mai cessato di essere anche contadini, nemmeno quando costruivano mobili che andavano ad abbellire le dimore di Dio (chiese e monasteri) oppure i saloni di qualche dimora patrizia.

Nel Medioevo il “magister a lignamine”, nei lunghi periodi invernali, quando nelle campagne non necessitava alcun lavoro agricolo, occupava gran parte del suo tempo svolgendo piccoli lavori di carpenteria e falegnameria. Costruiva o riparava arredi per le chiese, cassapanche e semplici mobili per la casa.

Lungo tutto il periodo rinascimentale e, successivamente, nell’ età barocca l’artigiano falegname brianzolo trovò una naturale collocazione professionale. Il contadino legato alla coltivazione della terra, lentamente e progressivamente si trasformò in artigiano mobiliere sempre più esperto e professionalmente qualificato.

Nascevano, in quei periodi, i grandi palazzi signorili fatti erigere da ricche famiglie patrizie quali i Borromeo a Cesano Maderno e i De Capitani a Meda. Ovunque si intensificavano le costruzioni di chiese, di cappelle gentilizie, di eleganti dimore di campagna.

Il monastero di Meda subì, ad esempio, importanti restauri eseguiti da ragguardevoli artisti dell’epoca. Naturalmente i falegnami del luogo venivano spesso a contatto con architetti, ingegneri, decoratori, tappezzieri, intarsiatori e mobilieri di alto livello professionale e ciò contribuì in modo determinante alla progressiva trasformazione da contadini-falegnami in veri artigiani, non più semplici falegnami stipettai, ma mobilieri nel vero senso del termine.

E’ appunto a Meda che si sviluppò l’attività di falegnameria nel campo edilizio e in quello dell’arredamento. Gli artigiani medesi erano molto richiesti proprio per la loro preparazione professionale. Poi pian piano questa professione artigiana si estese verso Cantù e Monza.

A detta di buona parte degli storici, fu con l’occupazione francese che si crearono i presupposti per lo sviluppo dell’artigianato mobiliero in Brianza ed in particolare a Meda.

Da Parigi partivano carri carichi di suppellettili destinati all’abbellimento delle case milanesi. Durante il tragitto lungo le dissestate strade, notevoli erano i danni che i mobili riportavano a causa degli inevitabili scossoni. In mancanza di manodopera francese erano richiesti o si offrivano i nostri falegnami i quali riparavano i danni e fornivano l’assistenza per il montaggio e le riparazioni in loco.

Le stalle furono chiuse per far posto alle botteghe, i carri oltre a trasportare fieno e granoturco cominciavano a viaggiare con carichi di legname d’opera e sedie.

I giovani dedicavano minor tempo all’agricoltura, lasciata alla cura dei genitori e delle sorelle, per impegnarlo in bottega tra pialle, scalpelli e sgorbie.

Gli artigiani più qualificati ed intraprendenti e soprattutto dotati di disponibilità finanziarie, trovarono il coraggio di abbandonare completamente il lavoro dei campi (e smettere di fare solo assistenza). Intrapresero un’attività artigianale in proprio, e iniziarono a costruire mobili che poi vendevano ai commercianti milanesi.

La realtà sociale di Meda era in continuo movimento e prossima al cambiamento.

I registri delle coscrizioni militari negli anni di fine ottocento danno l’esatta dimensione del cambiamento in atto. I giovani ventenni del tempo quando si presentavano alla visita militare, dovevano segnalare la propria professione: ecco dunque apparire oltre ai contadini anche parrucchieri, maniscalchi, cardatori, tintori, calzolai, muratori, tessitori e tanti falegnami.

La presenza delle grandi vie di comunicazioni stradali e ferroviarie facilitò lo sviluppo delle aziende del mobile.

A cavallo del secolo a Meda operava una miriade dì botteghe artigiane e si erano consolidate grosse industrie (tra le quali ricordiamo la Salda, la Baserga, La Lanzani) che intrattenevano rapporti commerciali con tutto il mondo e non solo nelle grandi città come Parigi e Buenos Aires le nostre industrie aprivano negozi ed uffici.

Meda divenne il centro del mobile e meta dei migliori maestri provenienti dalle scuole d'arte di Milano, Venezia, Parigi. Nel secondo dopoguerra, in pieno boom economico, si venne a creare un fortunato “feeling” tra industria e “design” che avrebbe inaugurato l’era dei mobili firmati, trasformando le industrie locali, in vere e proprie aziende “leader” nel mercato mondiale .

È in questo contesto che anche le piccole imprese artigiane riescono a crearsi un proprio mercato, conquistato attraverso i lavori “su misura”, eseguiti mediante tecniche che ne certificano lo “stato d’arte”.

lunedì 8 gennaio 2007


Meda è la città che ospita la mia famiglia e la mia azienda.

E' la città famosa nel mondo per la presenza di centinaia di aziende dedite alla produzione di mobili prevalentemente di design o classici e in stile.
Sono molto affezionato a Meda, amo vedere il continuo sviluppo delle aziende, il passaggio di timone tra padri e figli, il loro difendersi, emergere e lottare contro ogni tipo di clima economico e politico.
Amo sentire le storie di successo delle aziende di Meda che ce l'hanno fatta e che rappresentano oggi il design e lo stile nel mondo.
La terra di Meda
40 anni fa ha dato anche noi l'opportunità di dare il nostro contributo per produrre divani e poltrone.
Produrre arredamento di qualità, fedelmente alla tradizione tappezziera, ci rende orgogliosi e carichi di responsabilità anche per il futuro.
E' molto difficile mantenere vivo e prospero un metodo di lavoro artigianale come il nostro, dove l'apporto di manodopera qualificata è fondamentale e dove ogni pezzo, soprattutto se realizzato su misura, è eseguito con cura particolare.
Università italiane e straniere hanno realizzato studi e ricerche sul sistema Meda, e se la Regione Lombardia, insieme a Catalunya, Rhône-Alpes e Baden-Württemberg, rappresenta uno dei quattro motori d'Europa, La Brianza, e con essa Meda, sono il motore della Lombardia.
Nessuno come Felice Asnaghi può descrivervi Meda, la sua cultura, la sua storia e la sua evoluzione nel tempo.
Felice Asnaghi nel suo sito si descrive così:

"Ha in attivo varie pubblicazioni di storia locale.
Segnalato e premiato in diversi concorsi culturali, relatore nei corsi di formazione degli insegnanti del circolo scolastico, collabora a giornali e riviste. È cultore di araldica, paziente ricostruttore di alberi genealogici, esperto nella scrittura dialettale brianzola (con le varianti del territorio), poeta in vernacolo. Per le sue opere si avvale della ricerca di archivio e delle testimonianze raccolte dalla viva voce dei protagonisti e testimoni di tanti eventi, grandi e piccoli, che hanno segnato e segnano la vita della comunità medese. Ha in attivo varie pubblicazioni di storia locale. del circolo scolastico, collabora a giornali e riviste."
Ecco una piccolo estratto del suo lavoro su Meda, che mette in luce le caratteristiche dei medesi e del "sistema medese".
"Lo storico locale non è colui che sa tutto, ma una persona che con meticolosa pazienza ed amore sa ricostruire piccole vicende in tutti i loro particolari e che tassello dopo tassello ricompone quel grande mosaico che è la vita di paese.

Capita di raccontare ai nostri figli antiche fiabe che ci trasportano in un mondo misterioso ed affascinante. Capita di leggere la storia del proprio paese ed imbatterci nella leggenda dei santi fondatori: ci si accorge di perderci nella notte dei tempi dove il reale e l'immaginario si confondono e tutto diviene sacro.

Aimo e Vermondo, così si narra, imbattutisi coi feroci cinghiali trovarono riparo sopra due maestosi lauri e pur di aver salva la vita fecero voto a Dio di erigere in quel luogo, ove già esisteva un'edicola in onore di San Vittore, un cenobio di monache. Chi era dunque Vittore per essere venerato sin dai tempi antichi dagli abitanti della nostra zona? Era un soldato mauritano, oggi diremmo marocchino, che nei primi anni del secondo secolo prestava servizio a Milano sotto le insegne dell'esercito romano. Benché leale servitore dell'imperatore, in quanto cristiano fu arrestato, gettato in carcere, torturato ed ucciso. Come non considerare un segno di universalità l'alzare agli altari un soldato africano in terra lombarda?

Un segno dei tempi se si considera che la nostra zona conobbe la presenza di disparate popolazioni come quelle celtiche e romane che forzarono l'arrivo di migliaia e migliaia di schiavi, di coloni greci e siciliani. Fu poi con la caduta dell'Impero Romano che si stanziarono Longobardi e Franchi. Fondamentale fu l'opera di unità che la religione cattolica promosse all'interno delle varie etnie che costituivano il tessuto sociale. L'esistenza di un tempio cristiano nel pieno della foresta, che ricopriva la nostra collina, è segno che sin dall'Alto Medioevo esisteva un nucleo abitativo. Già in un documento dell'851 si parla del Monastero di San Vittore e cinque anni dopo un altro documento nomina Meda. Nel 1002 in un atto di permuta di terreni in località Farga si indica "castro Meda" intendendo per esso un villaggio dotato di mura, tipico degli insediamenti medioevali. Nel Medioevo, attorno al Monastero, si costituisce una comunità che ormai ha messo radici in questo luogo. Meda era un paese fiorente perché molti contadini delle zone vicine bramavano trasferirvisi per lavorare alle dipendenze della Badessa ed usufruire di un personale appezzamento di terreno ove costruire una casa e lavorare le terre affidategli: nasce il comune rustico
Nei secoli seguenti si alternarono le dominazioni spagnola, austriaca, francese; indistintamente si conobbero i danni delle loro armate e l'iniquità delle loro gabelle. Ancora una volta è la Chiesa ad essere riferimento autorevole in uno Stato lontano e nemico: attraverso una presenza capillare su tutto il territorio mediante il Curato e la Confraternita, il tempio e le cappelle in onore dei santi e le icone nei cortili. Un fatto resta certo: la vita della nostra comunità si è sempre evoluta attorno al sacro. La giornata del contadino iniziava con la messa mattutina delle ore cinque e si concludeva col vespro delle ore diciotto. La nascita e la morte acquistavano quel fascinoso mistero attraverso la fede e le feste religiose, intercalate lungo tutto l'anno solare, creavano coralità e solidarietà.
Con l'affacciarsi del nostro secolo Meda cambia, lascia alle spalle un'economia agricola mentre si rafforza sempre di più l'artigianato del legno. Nascono le prime grosse industrie ed il lavoro attira nuova gente. La Meda attorno al campanile non esiste più, il paese si espande a vista d'occhio tanto che il nuovo centro si sposta sull'asse di via Matteotti-Indipendenza. Qui sorgono il palazzo comunale, la stazione delle ferrovie Nord, le industrie Salda, Baserga, Bertolotti, Lanzani.
Il boom economico dilatò il mercato del mobile che favorì l'espandersi delle industrie. Sono gli anni Cinquanta, caratterizzati dal massiccio arrivo di manodopera veneta che, espulsa dai propri luoghi di origine per calamità naturali (l'alluvione del Polesine), si concentrerà alla periferia del paese. Nacquero e crebbero i quartieri del Ceredo, del Polo e San Giorgio. Gruppi di famiglie venete si stanziarono in zona Via delle Cave, mentre famiglie friulane, dedite al lavoro delle fornaci, si accasarono in fondo alla via Santa Maria.
Oggi siamo in 21.000. Meda, crocevia di etnie come ai tempi di San Vittore; Meda tollerante, consapevole di aver dato casa e lavoro a uomini e donne desiderosi di un avvenire migliore."
per contatti con Felice Asnaghi - feliceasnaghi@tiscalinet.it




venerdì 5 gennaio 2007










Divano Speciale su Misura in Pelle:
abbiamo realizzato per un nostro caro cliente, questa composizione su misura per la sua casa in montagna.
E' un divano mod. California in pelle pieno fiore, realizzato completamente su misura, ad angolo aperto.
La dimensione è di mt 6 sul lato lungo sotto la vetrata, metri 3,5 sul lato destro, con letto matrimoniale inserito, e metri 2,5 sul lato sinistro.

Al centro un super pouf in pelle con contenitore cm. 150 x 100.

Bentornati a tutti e buon anno!
ottime nuove dallo showroom di Meda che è rimasto sempre aperto in questi giorni. (tranne l'ultimo giorno dell'anno per ovvi motivi ;)
Dalla sezione 100 cataloghi del corriere della sera è possibile scaricare in pdf il catalogo divani e poltrone classici.
Mentre su Arredamento.it è possibile leggere un breve scorcio di storia sui divani Chesterfield con una recensione sulla nostra azienda, ecco il link all'articolo .
Buona lettura e a presto!