martedì 20 ottobre 2009

Report, lo scandalo dei divani cinesi a Forlì: la catena delle responsabilità

Domenica sera la trasmissione Report di Rai Tre ha affrontato un tema da noi molto dibattuto su queste pagine: lo scandalo dei divani cinesi.

Forlì è uno dei numerosi distretti italiani specializzato nel legno arredo.
A differenza del più antico distretto brianzolo, Forlì si è dedicata nel tempo a produzioni in serie per grandi gruppi sia italiani che esteri.

Nel tempo la competitività creata dalla globalizzazione e la congiuntura economica ha spinto i prezzi al ribasso in un contesto dove i margini erano già sottili, attirando così la manifattura cinese specializzata che ha segnato il colpo finale ad un distretto già penalizzato.

In queste pagine non vogliamo fare polemiche riguardo alla legalità o all'entità di questo fenomeno, dato che sono molti gli gli attori che se ne stanno interessando.
Ecco alcune discussioni di Blogger sull'argomento, i principali quotidiani online, e la nostra pagina facebook

Ci piacerebbe invece sensibilizzare l'opinione pubblica sulla responsabilità delle nostre scelte d'aquisto.

Tutti sono daccordo nel condannare l'illegalità, il lavoro nero e lo sfruttamento, ma quanti di noi poi si interrogano realmente quando fanno fanno scelte d'acquisto di fronte ai richiami promozionali dei prodotti economici?

Pensiamo ai divani (le offerte mozzafiato sui divani in pelle a 1000 euro o sui divani letto a 600 euro che molti di ricevono via posta) :
come possono essere prodotti in condizioni di rispetto dei diritti e delle legalità?

Ma non solo , pensiamo all'abbigliamento o all'elettronica: come si pone il nostro senso etico di fronte alla consapevolezza che ogni nostro acquisto sostiene il lavoro minorile e lo sfruttamento?

Da Report abbiamo imparato che anche i marchi Made in Italy possono nascondere delle sorprese: quanti di noi si interrogano se il nostro fornitore fa produrre a terzisti cinesi irregolari?

Non è solo un problema di rispetto delle regole e della concorrenza sleale ma anche di comportamento del consumatore, corresponsabile attraverso il suo acquisto di questo processo distorto.

Da questo blog abbiamo spesso fatto riflessioni sulla valorizzazione delle nostre produzioni , divani e divani e divani letto fatti a mano e su misura, cercando di spiegare che vale la pena spendere poco di più per avere molto di più e cercando di insegnare ai nostri clienti le differenze per comprendere il significato di qualità.

Il valore e di un acquisto responsabile va oltre le qualità intrinseche del prodotto, e sostiene il vero made in italy .

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche noi, produttori di latte biologico italiano, siamo costretti a produrre in pari, ma sovente ormai produciamo in perdita, a causa del dumping estremo fatto dai fornitori di latte dall'est europa, che viene successivamente liofilizzato e poi reidrato in italia e venduto come latte italiano da importatori senza scrupoli, aldilà di ogni regola di mercato, vieppiù, di qualsiasi controllo sanitario. Penso sia seriamente giunto il momento di rivedere, alla radice, il fenomeno mercatista della globalizzazione, prima che sia oggettivamente troppo tardi.

Berto Salotti . Filippo Berto ha detto...

Meglio tardi che mai.
Non dobbiamo permettere che un valore così prezioso venga perduto. E non solo per le nostre aziende e i nostri collaboratori ma per il futuro del sistema Paese. Non mollare!

alessandro cecchini ha detto...

Adesso funziona!
Attualmente l'economia sta diventando sempre piu' virtuale. Mi spiego: l'azienda produce, diventa grande, diventa una spa, diventa una multinazionale, si quota in borsa, arrivano finanziamenti e poi l'azienda diventa un pacchetto d'azioni.
Fino a ieri le quotazioni delle aziende era legaete a un fattore umano (contrattazioni in borsa).
Ora che le quotazioni delle azioni sono telematiche.
E qui... c'è molto da pensare.
Ci sono software automatici che bruciano (comprando/vendendo) le "quotazioni" di azienda nel giro di pochi minuti.
(Non voglio far terrorismo psicologico... però solo avvertire del potenziale pericolo).
Se parlate con i "borsisti" sentirete che molte società che non hanno 1 soldo "reale" acquistono società con grandi capitali affermate...
Il "Dumping economico" che stiamo subendo è frutto di speculazione puramente finanziaria.
La nostra economia funzionava fino a quando non era legata al debito pubblico e sopratutto alla finanza (in generale).
Leggevo sui giornali di qualche anno fa: "La bolla speculativa americana quando arriverà al Break Even Point (punto di rottura) si riverserà anche in Europa.". Cosi' purtroppo e' stato.
Quindi oggi soffriamo perchè i nostri politici hanno gestito malissimo il patrimonio "italia" mentre le piccole aziende erano solo intente a lavorare.
Oggi lavorare non basta occorre dire la propria nelle sedi opportune facendo valere i propri legittimi diritti.
Se chi comanda non ci conosce, non conosce neanche i nostri problemi!!!
Gli agricoltori, noi artigiani, i piccoli commercianti lamentano bassissimi o inesistenti margini di guadagno causa concorrenza sleale.
Teniamo presente che i piccoli esercenti, produttori sono di fatto "FINANZIATORI (molto spesso) DI CAPITALI A FONDO PERSO" verso lo Stato e di alcune grandi imprese.
I piccoli lavorano (noi), altri incassano...
Mi fermo qui.
A proposito oggi su Corriere della Sera c'è un articolo interessante a pag. 2-3 "SCATTATA LA CORSA AL PARTITO DEI PICCOLI. MA I RIBELLI (???) NON SMOBILITANO".
I Ribelli??? Sinceramente non sono "Ribelle" e quindi mi sento profondamente offeso da questo titolo.
Questo è solo un mio punto di vista che non vuole offendere la sensibilità di nessuno.
Ciao Alessandro

Berto Salotti . Filippo Berto ha detto...

Siamo passati da "troppo piccoli e poco innovativi a "ossatura del paese" ed ora a "serbatio di voti" .
La nostra rappresentanza deve fare molta strada per affermare una volta per tutte la vera natura delle PMI italiane. Forse questo è il momento giusto per provarci.

ROCHEBOBOISITALIA ha detto...

Roche Bobois contesta il contenuto e l’accomunanza con altri marchi, veicolati dalla trasmissione “Report” di Rai Tre, dove, tra le altre cose, si lascia intendere che un divano che Roche Bobois acquista ad € 205 sia rivenduto al pubblico ad € 4.000. Quest’informazione è del tutto falsa ed infondata: la cifra di € 205 corrisponde al prezzo pagato dalla fabbrica per la semplice cucitura della fodera, la posa sulla struttura, ossia un’infinitesima parte del costo globale di un divano!
In nessun caso Roche Bobois è a conoscenza di pratiche contrarie alla legge italiana da parte dei fornitori e in contrasto con i valori della marca espressi ad oggi in 40 paesi nel mondo, da 50 anni. Roche Bobois fa produrre l’insieme dei suoi prodotti in Europa nel rispetto delle persone, delle competenze e delle regolamentazioni in vigore.
ROCHE BOBOIS ITALIA

Berto Salotti . Filippo Berto ha detto...

Ho pubblicato volentieri questo commento inviatoci da Roche Bobois Italia.

Sono convinto che nel servizio di rai tre siano state dette anche delle inesattezze, magari per enfatizzare il report.

Sono convinto anche del fatto che fino ad ora la sola azienda ad aver risposto, almeno dibattito nato in rete, sia sta proprio Roche Bobois.

Complimenti quindi per questo intervento che mi auguro possa innsecare un dibatito positivo per l'azienda francese.