martedì 14 ottobre 2008

La Brianza Sostenibile e la Crisi

Giovedì 9 Ottobre ho avuto la fortuna di essere invitato al convegno del Politecnico di Milano Economia e finanza mondiale: quale futuro? Riflessioni sugli effetti dei "tredici giorni terribili".

In qualità di azienda operante in un settore manifatturiero tradizionale come l'arredamento, composto da piccole e medie imprese artigiane, lontane dalla finanza creativa, e all'apparenza fragili di fronte a possibili scossoni nell'economia reale, mi sono chiesto quale futuro può attendere la mia azienda, i miei collaboratori, i miei fornitori e i miei colleghi.

I relatori hanno evidenziato le responsabilità nel crollo della fiducia tra banche in seguito alla realizzazione di prodotti finanziari "creativi" che si sono rivelati poi senza valore.
Umberto Bertelè, in particolare segnala che il rischio di contagio per i mercati reali è reale e che probabilmente "Osama Bin Laden non avrebbe potuto fare di peggio", rilanciando proprio agli studenti, che da questa fase recessiva si possa cogliere un messaggio che "la disinvoltura etica non sempre paga e spesso viene punita."

Di fronte ad un sistema che negli ultimi anni ha posto numerosi interrogativi sulla qualità delle piccole e medie imprese artigiane, rispetto alla loro bassa internazionalizzazione, alla loro bassa finanziarizzazione e alla loro poca innovazione, mi sembra di capire che oggi nonostante tutto, il nostro modello sia diventato, per quei professori e per quei politici, un esempio da seguire per la sua sostenibilità.

Le imprese come Berto Salotti, crescono e si sviluppano autonomamente (senza bisogno di salvataggi e nemmeno della cassa integrazione) grazie alle proprie capacità , non accedono ai canali della finanza, non esternalizzano la produzione all'estero o peggio ancora in Italia (magari a laboratori clandestini) ma cercano in tutti i modi di salvaguardare un metodo produttivo locale e tradizionale, lavorano a stretto contatto con i propri collaboratori di lunga data, fianco a fianco tutti i giorni, condividendone anche molti aspetti della vita sociale, vendono e rimangono sul mercato solo se mantengono le promesse fatte ai propri clienti.

Rispetto alle grande aziende infatti è più facile accedere ad un servizio clienti umano in grado di risolvere i problemi rispetto ad un call center di una multinazionale o di un franchising. Anche perché è più facile crollare per una piccola impresa a causa di un cattivo passa parola.

Fatte queste premesse voglio rassicurare i miei collaboratori, i miei fornitori e anche i miei clienti vecchi e nuovi, del fatto che Berto Salotti intende affrontare con tutte le energie anche questo passaggio difficile dell'economia, mantenendo inalterati tutti gli aspetti tipici della nostra attività: il rapporto umano, la qualità dei prodotti e soprattuto un prezzo accessibile.

Rendere disponibile la nostra produzione di 40 anni, artigiana, fatta a mano e su misura, a prezzi accessibili è il nostro sogno, vogliamo continuare a crederci!

3 commenti:

  1. Anonimo1:14 PM

    Complimenti!
    un bel post, nel momento giusto.

    ed è bello vedere una pmi che comunica a 360 gradi con clienti e fornitori.

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  2. Vero Filippo, anch'io mi sono trovato a pensare che in fondo l'economia reale è sempre il fulcro di tutto: è sempre stato così, ma in tanti se ne sono dimenticati, dalla "bolla" della prima fase della New Economy fino agli sconvolgimenti più recenti.
    "Salvataggi" e "cassa integrazione" fanno venire un po' di rabbia effettivamente, pensando a come l'accesso a queste "stampelle" sia possibile solo per "alcuni"...ma con buone idee e voglia di fare si può sempre emeregere, come dimostra appunto Berto Salotti.
    Buon lavoro!

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  3. Possiamo dire che i vituperati piccoli dell'economia (artigiani e commercianti, piccole e medie imprese) saranno molto probabilmente la vera stampella di questa crisi.

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